Una tua proposta, please!

Ben sappiamo che “smart” in inglese significa “intelligente” e quali allora possono essere le forme per cui una città possa diventare “smart”? Come manager non possiamo sottrarci alle logiche decisionali, e quindi mettere allo stesso piano idee e proposte diverse senza prima avere riflettutto sugli obiettivi e sul rapporto qualità/costo, insomma senza avere redatto e analizzato un vero e proprio bsuiness plan. Ancor più delicate, e importanti, sono quelle decisioni che si debbono prendere quando le risorse sono poche, come in questo periodo di recessione infinita. Se, quindi, dobbiamo indirizzare azioni in ambito smart city verso uno sviluppo sostenibile, quale settiore pensate opportuno favorire? Avete delle idee particolari, delle proposte mirate, delle suggestioni da dare? Aiutatemi e vediamo poi tutti insieme di appoggiare quelle che riterremo migliori!
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Sul tema della utilizzazione dei Managers oggi in pensione, nei C.di A. delle aziende locali (TPL, acqua, ambiente, gas ecc.) ho inviato a Matteo Renzi qualche tempo fa, alcuni tweets sollecitandolo a promuovere iniziative in questa direzione. Anni addietro, ho già fatto esperienze personali in proposito e ci sono iniziative in cantiere. Ne deriverebbe una consistente riduzione della spesa pubblica (ove ciò potesse avvenire a costo zero o a solo rimborso delle spese effettivamente sostenute) ed inoltre, si potrebbero evitare proliferazioni dei CdiA concentrando le responsabilità il più possibile. Ne guadagnerebbero i dirigenti in pensione che, oltre a fare i nonni (compito sublime),si sentirebbero ancora utili – e lo Stato che risparmierebbe. Analogamente, gli stessi tweet li ho inviati alla trasmissione “L’aria che tira” (La7) che, oltre ad ospitare le scriteriate ospitate degli Adinolfi e simili, farebbe bene a documentarsi prima sugli argomenti trattati e a sentire le proposte che arrivano da molte parti del Paese. Abbiamo costi della macchina statale che non possiamo permetterci come Paese e, stipulando convenzioni ad hoc, possiamo contribuire a ridurli. Occorre, a mio avviso, insistere in questa direzione.
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Apprezzo e condivido l’iniziativa, anche se ho qualche dubbio che si possa o che sia giusto fare a costo zero. In un recente numero di Dirigenti Nord Est mi pareva che Federmanager Verona avesse fatto dei tentativi in tal senso, forse però verso aziende private.
Opportuno approfondire.
Saluti.
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Mi riferisco a due dati di fatto incontrovertibili:
-il dissesto idrogeologico aggravato da sismicità ricorrente,
-il crescente numero di lavoratori espulsi dal processo produttivo e giovani non-occupati.
Per quanto possa sembrare strano queste situazioni estremamente negativa potrebbero compenetrarsi e dare luogo ad una efficace sinergia.
In altre parole perché non utilizzare la più che abbondante forza lavoro inattiva e disponibile creando una organizzazione destinata al controllo di aree a rischio idro-geologico? (a titolo esemplificativo: pulizia dei boschi, verifica argini e greto di fiumi ecc.).
Naturalmente dovranno essere corrisposti salari più che decenti, ma dove reperire i quattrini? Orbene se si fanno i conti del costo degli interventi effettuati sempre in affanno per tamponare catastrofi annunciate, che causano anche tragedie umane non rimediabili, probabilmente la cifra risultante coprirà buona parte dell’iniziativa.
Da non sottovalutare l’effetto positivo dell’impiego di mano d’opera disoccupata e relativo aumento dei consumi.
Di questi tempi un briciolo di politica Keynesiana non guasterebbe. -
anni fa mandai una raccomandata all’Agenzia delle Entrate. Non ricevendo riscontro mi recai all’Ufficio di persona . Qui l’impiegato mi spiegò che per lo Stato vale il silenzio rifiuto e quindi la mia richiesta era stata respinta , Questo in contrasto col detto ” chi tace acconsente” e coi tanti conclamati diritti del citttadino
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Una cosa da riordinare al più presto è l’attribuzione delle competenze degli enti (costo zero), ci sono sovrapposizioni che rallentano ogni iniziativa. Un esempio: il comune di Vicenza vuole bonificare un’area urbana abbandonata diventata nel tempo rifugio di gente sbandata e discarica di schifezze, ha i soldi, ma deve aspettare un anno perché serve l’autorizzazione della forestale (l’abbandono aveva fatto prosperare arbusti e piante di ogni tipo) e del genio civile. A parte farci spiegare che cosa centra la forestale con quattro piante selvatiche, e pure ammalate, cresciute in un contesto urbano, è scandaloso che questi burocrati ci mettano tutto questo tempo per fare il loro DOVERE. Per avvicinarci ad un paese civile le responsabilità devono essere chiaramente definite, poi ci mettiamo anche che chi non fa il suo lavoro in tempi certi dovrebbe ricevere un bel calcio nel sedere e non i premi di produttività a pioggia come ora.
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Aggiungo una proposta alle molte interessanti che ho letto.
Può essere catalogata sotto l’etichetta ‘Trasparenza Amministrativa’, ma anche con ‘risparmiamo tempo (e denaro)’.
Ho presentato un mese fà una istanza di autotutela per delle cartelle esattoriali non dovute ad Aequa Roma, che è l’Equitalia del Comune.
L’impiegato, molto gentile, ha raccolto tutta la documentazione da me presentata ed ha annullato i provvedimenti. Mi ha però spiegato che il Dirigente responsabile avrebbe dovuto firmare l relativo atto perché divenisse definitivo.
Entro qualche giorno (settimana?)avrei ricevuto la comunicazione scritta presso il mio domicilio, cosa che però ad oggi non è ancora avvenuta.
Ora dovrò ricontattare Aequa Roma e, probabilmente, andare presso i loro uffici per verificare lo stato della pratica.
Se invece fosse possibile collegarsi al sito e con il numero di protocollo conoscere il nome del Dirigente responsabile e lo stato della pratica, e magari interagire via mail si risparmierebbero, sia per l’amministrazione che per il cittadino, tempi, costi e, sia pure per il solo cittadino,…patemi d’anim -
Dopo una lunghissima e pionieristica esperienza di telelavoro, posso affermare che oggi abbiamo i mezzi per operare, nella stragrande maggioranza dei casi, in telelavoro. Questo decongestionerebbe le nostre città, diminuendone drasticamente l’inquinamento e lo stress.
Il telelavoro dovrebbe essere la norma, mentre il lavoro “sul posto di lavoro”, l’eccezione.
Si tratta, come sempre, di una rivoluzione culturale più che tecnica.-
Parole sante caro Carlo. Ma noi non molleremo l’osso…… un caro saluto dal tuo blogger di fiducia…….ciao, Guelfo.
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Personalmente lavoro da anni un pò a casa e un pò in ufficio. Rispetto all’ufficio, a casa mi organizzo meglio il tempo. Porta chiusa e in due ore di lavoro riesco a smaltire quello che farei in quattro se non di più. Posso contare su tutto l’aiuto tecnologico necessario e sono davvero poche le operazioni che necessitano dell’uffico esterno. Principalmente riunioni e incontri con clienti. Perchè i colleghi li vedo su skype. Credo che anche la gestione della famiglia sia più semplice.
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Tutti noi abbiamo sperimentato le difficoltà (code) agli uffici postali per pagare bollettini vari. Non sarebbe possibile avere la possibilità di pagare alcuni bollettini storici (RAI, bolli auto) tramite F24?. Di solito non costa nulla all’utente, lo puo’ fare via internet comodamente seduto a casa. Si diminuirebbero le code alla poste e i costi del tempo perduto da persone che magari debbono chiedere permesso dal lavoro per recarsi in Posta.
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Rai e bollo auto sono già oggi pagabili tramite home banking, almeno nella mia regione, con applicazioni molto semplici: basta inserire la targa o il numero abbonamento per avere la cifra da pagare e … pagare.
Usare il modulo F24 mi sembra più complicato.-
Concordo con questa osservazione, nulla vieta che si possa fare anche con F24, in maniera che ognuno possa scegliere il ‘canale’ che gli è più comodo in un determinato momento.
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Vi inoltro il messaggio che ho inviato ieri alla Presidenza del Consiglio. Questo è il mio contributo. Cordiali saluti. Sergio Ricci Parma
Egregio Presidente Renzi,
della serie “cosa posso fare io per il mio paese” mi permetto di darle un suggerimento riguardante due settori della pubblica amministrazione perennemente in crisi economica e di risultati, ma fondamentali per la vita di una nazione evoluta: la Sanità e l’Università.
Le riforme passate hanno stabilito la creazione di Direttori Generali che gestiscano ASL e Atenei; hanno imposto anche concorsi per la loro nomina.
Questi concorsi sono molto spesso delle farse (esperienza personale): si produce un elenco degli idonei per titoli, poi la scelta del candidato viene effettuata direttamente dal Rettore o dall’Assessore Regionale alla Sanità: può bene immaginarsi con quali criteri queste scelte sono effettuate. E alla testa di queste organizzazioni troviamo ancora i soliti noti.
E’ inutile che il Governo effettui tagli su Sanità e Università: i manager locali invece di tagliare sui costi , ribaltano regolarmente i tagli sui servizi, perché non sono capaci o perché hanno dei vincoli nei riguardi dei loro sponsor politici.
Caro Presidente, se vuole cambiare qualcosa, deve cambiare prima di tutto questi livelli: per fare un paragone con il settore industriale, non ci sono aziende che, pur con dei buoni imprenditori, possono funzionare con pessimi capo reparto. Anche il suo Ministro Lorenzin lo ha dichiarato recentemente: il successo di una ASL dipende dalla capacità del suo Direttore Generale.
Veniamo al suggerimento: ci sono centinaia di manager del settore privato (ed io ne faccio parte da venti anni), che assieme agli imprenditori hanno contribuito al successo industriale italiano, disponibili ad intervenire con tutta la loro capacità ed esperienza in aiuto della PA.
Siamo anche noi dei cittadini e siamo stufi di aziende pubbliche che danno pessimi servizi e hanno i bilanci in rosso!
Interpelli Federmanager e chieda dirigenti referenziati da mettere alla gestione di organismi critici della PA, ci dia in mano un ASL o una Università e vedrà come cambia la musica.
Sarebbe una rottura importante con il passato…… ma lei non è arrivato per questo?
Cordiali saluti e buon lavoro
Ing Sergio Ricci
Federmanager Parma
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il sistema di gestione del congestionamento del traffico nelle citta’. Sistema basato su monitoraggio satellitare delle code e del suo reindirizzamento su altre arterie, gia’ in uso a Seul Korea.
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buona sera abbiamo una grande soluzione per superare la never ending crisi…il Turismo!!!!vogliamo parlarne???abbiamo il piu’ grande patrimonio artistico culturale al mondo, buona cucina, sole, mare, clima…tutto!!! ma da 30 anni non se ne accorge nessuno!! il ns. grande PATRIMONIO il turismo che oggi rappresenta meno del 10% del PIL…assurdo!!! facciamolo piero
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Ritemgo anche io che si tratti di una iniziativa molto interessante. Principalmente sotto due aspetti:
il primo fa riferimento al tema di come migliorare i servizi che una comunità può erogare ai proprio cittadini;
il secondo invece fa riferimento a come lo svilippo del mercato ICT possa fare da motore alla crescita del ns PIL. -
un argomento interessante, anche se oramai se ne parla da tanto senza andare oltre qualche sperimentazione. speriamo possa davvero diventare un elemento trainante dell’economia per un settore, quello ICT, sempre più in difficoltà e bisognoso di individuare forti linee di business.
Trovo legato anche il tema expo e della piattaforma che si sta predisponendo per la gestione dei vari servizi.
in bocca al lupo
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