Digital transformation

Le “disruptive technologies” (tecnologie dirompenti) sono quelle tecnologie che segnano un forte punto di discontinuità sull’andamento dei mercati. Wikipedia le definisce come quelle tecnologie che sostituendosi a tecnologie preesistenti, creano nuovi mercati e nuovi attori, distruggendo i predecessori. Il motore a scoppio ebbe proprio questo effetto sul mercato della mobilità, fino a quel momento basato sulla forza animale. Le tecnologie dirompenti sono quelle che cambiano le regole del gioco e rendono un prodotto complicato e costoso più semplice, più conveniente e più accessibile.
In genere, il potenziale di queste tecnologie non è riconosciuto da chi presidia stabilmente un mercato e che finisce per soccombere agli attacchi dei nuovi entranti. Ad esempio Kodak, potentissima multinazionale della fotografia, nel 2012 fu sull’orlo della chiusura per fallimento a causa dell’emergente fotografia digitale. Le tecnologie dirompenti non riguardano necessariamente nuovi prodotti, ma più spesso trasformano un prodotto esistente in uno più economico, prima, e più performante, in seguito. I primi computer erano grandi come una casa di campagna e costavano l’equivalente di un milione di euro. La potenza di quei computer è oggi disponibile a trecento euro, si tiene nel palmo della mano ed è utilizzato da perfetti incompetenti. L’effetto è che, oggi, IBM non costruisce più computer e molti altri costruttori di computer sono semplicemente scomparsi. Ma il vero potenziale delle tecnologie digitali è utilizzato per rivoluzionare il rapporto con i clienti e riformulare i processi interni. Si pensi, ad esempio, a Uber che ha un parco auto per vendere i propri servizi virtualmente illimitato, senza aver investito un solo centesimo e senza costi di manutenzione flotta.
Per adottare le tecnologie digitali nella maniera più efficace non è sufficiente acquisire nuovi dispositivi da affidare a personale specializzato. È necessaria una “trasformazione digitale” dell’azienda attraverso l’identificazione di una squadra di lavoro che coinvolga la dirigenza e skill tecnici e manageriali per affrontare un cammino virtuoso condiviso da tutto il personale e recuperare competitività. La trasformazione digitale è un abito su misura, disegnato da una squadra di figure competenti.
L’elevato rischio degli investimenti unito alla consapevolezza di una mancanza di competenze interne, e la necessità di immaginare un nuovo rapporto con i propri clienti e nuovi processi e organigrammi interni hanno fino ad ora frenato questa rivoluzione.
Il rapporto Assinform, del luglio 2015, ha rilevato che il mercato delle tecnologie digitali è globalmente sceso del 4,4% dal 2012 al 2013 e del 1,4% dal 2013 al 2014. Un vero peccato. Anche per questa ragione il Ministero dell’Economia e Finanza riconoscerà un credito d’imposta per attività di ricerca e sviluppo fino a un importo annuale di 5.000.000 di euro per ciascun beneficiario (GU 174 del 29 luglio 2015).
Una buona occasione per ripartire.
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